Salve miei carissimi lettori 🙂
Oggi vi vorrei parlare di un libro che mi ispirava da tantissimo tempo ma a causa dell’enorme pila di libri che mi chiamava non l’ho potuto compare prima, mi sto riferendo al libro di Joël Dicker ‘La verità sul caso Harry Quebert‘.
Autore: Joël Dicker
Genere: Romanzo giallo, Thriller
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 779
Prezzo: ora potrete trovalo alla modica cifra di 9,90€
TRAMA
Estate 1975, Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hempshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito.
Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo una crisi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittore più stimati in America, viene accusato di aver ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti trovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano. Marcus abbandona tutto per dirigersi nel New Hempshire per portare avanti la sua personale inchiesta. Goldman, dopo oltre trent’anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E,naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.
RECENSIONE
Insegnamento n.7
“Adora l’amore, Marcus. Fanne la tua conquista più bella, la tua sola ambizione. Dopo gli uomini, ci saranno altri uomini. Dopo i libri, ci saranno altri libri. Dopo la gloria, ci saranno altre glorie. Dopo il denaro, c’è ancora il denaro. Ma dopo l’amore, Marcus… Dopo l’amore, c’è solo il sale delle lacrime.”
Per poter scrivere questa recensione mi sono dovuta concedere un paio di giorni, perché se mi fossi messa subito al pc le uniche cose che avrei scritto sarebbero state: “Questo libro è fantastico, il migliore che abbia mai letto. Mamma mia, non sono mai stata così euforica” e così via, tralasciando le cose più importanti. Quindi mi sono presa un po’ di tempo per pensare alle varie cose che c’erano da dire e così eccomi qua.
Come sempre una caratteristica che mi contraddistingue è il mio arrivare dopo la polvere, questo libro è uscito in Italia nel 2013 ma ha avuto un enorme boom a partire da quest’anno (o almeno è quello che mi è sembrato). Bene, io pur avendolo nella mia wishlist da tempo quand’è che mi metto a leggerlo? Quando ormai non ne parla più nessuno, complimenti vivissimi Asya. Comunque, l’altro giorno mi trovavo alla Feltrinelli perché dovevo comprare un libro per mia mamma e mentre girovagavo a caso per la libreria ecco che mi ci casca l’occhio, era lì tutto solo e mi sembrava che chiamasse il mio nome e, visto che avevo fatto 30 potevo fare anche 31, l’ho comprato (ovviamente anche il prezzo ha avuto la sua parte nella mia decisione finale). Appena arrivata sul treno mi sono messa subito a leggerlo, vi giuro che da quanto ero trasportata non appena ho alzato gli occhi per vedere dove ero non riconoscendo, lì per lì, il paesaggio fuori credevo di aver saltato la fermata. Arrivata a casa mi sono fiondata in camera mia e ho continuato la lettura fino alle 3 di notte, pagina dopo pagina stavo entrando sempre di più nel mondo di Marcus e non riuscivo a staccarmi. Così 779 pagine mi sono ritrovata a finirle in 2 soli giorni. Pazzesco. Dopo aver chiuso il libro ho acceso il computer e sono andata a vedere alcune recensioni a riguardo ed ho notato che un 50% lo reputa un bel libro, scritto bene e con una bella storia mentre il restante 50% afferma che poteva avere qualche pagina in meno, che i personaggi non sono granché e che gli abitati di Aurora sono stati un po’ troppo stereotipati. Ecco alla luce di ciò, diciamo che è come se io fossi l’unione di tutte queste opinioni perché mi ritrovo d’accordo con la maggior parte di esse. Andiamo per ordine:
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La trama: Chi ha rapito e ucciso Nola Kellergan? Harry è davvero l’assassino o è stato incastrato? Marcus, il suo più caro amico, riuscirà a scagionarlo o in caso contrario a sbatterlo in prigione per il resto della sua vita? Sono queste le domande che si pone chiunque legga la trama ed è proprio a questo che Dicker punta, affascinare il pubblico e ‘costringerlo’ a comparare il libro per sfamare la propria curiosità; per cui il lettore senza nemmeno rendersene conto si ritrova a finirlo in tempo record. Complimenti allo scrittore!
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Marcus e Harry: Loro sono i primi due protagonisti della storia. Marcus è uno scrittore diventato famoso in tutto il mondo con il suo primissimo libro ma, ahimè, viene contagiato della malattia tipica degli scrittori, la sindrome della pagina bianca e quindi cerca aiuto e conforto nel suo più caro, ed unico, amico Harry Quebert. Harry è un docente dell’università di Burrows ed ex-professore di Marcus, i due sono conosciuti all’interno della facoltà e da 10 anni a questa parte non si sono più separati. Personalmente ho amato tantissimo il loro rapporto all’interno del romanzo, è la tipica relazione padre-figlio dove il primo dispensa consigli su come affrontare la vita e le varie difficoltà mentre l’altro lo ascolta con grande ammirazione. Ho tifato tutto il tempo per Marcus affinché riuscisse a provare che Quebert non aveva ucciso nessuno e quindi non era colpevole, ogni volta che riusciva a racimolare qualche informazione importante esultavo insieme a lui. Forse un suo piccolo difetto è quello di essere troppo presuntuoso ed egocentrico, basti pensare a come tratta l’amico una volta diventato importante. Harry invece a primo acchito potrebbe sembrare un tipico docente universitario con la passione per la boxe, ma in realtà è un uomo che si tiene tutto dentro e pieno di misteri i quali rischieranno di rovinargli la vita per sempre. Probabilmente il suo difetto è proprio questo, l’avere tanti misteri e parlare in modo molto enigmatico (alle volte faceva infuriare anche me).
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Nola Kellergan: So che non bisognerebbe parlare male dei morti però per me era davvero intollerabile. Non perché avesse 15 anni, per il semplice motivo che Dicker (a mio parere) l’ha descritta un pochino troppo odiosa e frivola; oltre a questo mi ha anche dato l’impressione di una bambina un po’ più piccola di quel che in realtà ; forse saranno stati i termini che usava oppure alcuni dei suoi atteggiamenti, non saprei.
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Gli abitanti di Aurora: Per quanto mi riguarda non ce né stato uno che mi abbia colpito particolarmente, tutti abbastanza prevedibili sia come personaggi che il loro ruolo all’interno della vicenda. Forse quello che mi ha incuriosita leggermente di più è stato il padre di Nola, visto tutta la storia che ha alle spalle che ha nascosto alla polizia e a Goldman.
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La scrittura: Come ho detto prima, il libro porta il lettore a finirlo in un tempo veramente da record (a me sono bastati solo due giorni). Grazie non solo alla storia che riesce a intrigarti a tal punto da non riuscire a staccarti ma soprattutto alla scrittura. Molto scorrevole e semplice, in più lo scambio di battute che avviene tra Harry e Marcus riesce in qualche modo ad allentare la tensione e a far rilassare il lettore giusto il tempo che li serve per poi continuare la sua avventura.
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La madre di Marcus: si lo so che lei non è un personaggio degno di nota però volevo inserirla in questa lista giusto per chiedervi, ma voi la sopportavate?. La prima volta faceva anche ridere con il suo voler forzare il figlio a sposarsi ma alla quarta era diventata un po’ fastidiosa e pesante, tant’è che quando entrava in scena ero tipo: “NO ANCORA?”.
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La numerazione dei capitoli: Un’altra cosa che mi è piaciuta è la numerazione dei capitoli al contrario, dove vengono dati, tramite scambio di opinioni e battute da parte di Harry e Marcus, degli insegnamenti su come diventare uno scrittore. Questo libro in pratica può essere letto sotto due punti di vista, da un lato è un classico romanzo thriller mentre dall’altro abbiamo una piccola guida su come diventare scrittori.
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Ultimo ma non meno importante, Luther: Ora che l’ho finito posso dirlo, lui è il personaggio che ho apprezzato maggiormente all’interno del libro. La sua storia è veramente triste, più cose scoprivo andando avanti sulla sua vita e sul suo passato più mi sentivo dispiaciuta. Perché mi piace? Semplice, ho adorato il percorso che ha fatto all’interno del libro, è vero che alcune azioni non sono state tanto da premio Nobel; però alla fine è riuscito a riscattarsi e a farsi valere tirando fuori il vero se stesso, ed è stata una cosa che mi ha commossa moltissimo. Vorrei dirvi di più su di lui perché merita veramente tanto, però non voglio farvi nessuno spoiler per non rovinarvi la sorpresa quindi sono costretta a dire il minimo indispensabile 😦 .
Recentemente ho scoperto che ci verrà fatta una serie tv con Patrick Dempsey, speriamo che esca fuori qualcosa di buono sono curiosissima di vedere cosa salterà fuori.
Un’ultima cosa prima di terminare, sono io che magari non ho capito il senso oppure la sovracopertina non ci incastra tantissimo con il romanzo? No perché nella foto c’è un taxi con un ragazzo all’interno e una ragazza in piedi non tanto distante, forse c’è un significato nascosto che io non ho compreso però non mi pare molto attinente alla trama.
Qualcuno lo ha letto? Se si scrivetemi pure sotto nei commenti, mi farebbe piacere scambiare qualche opinione 🙂 .
Insegnamento n.21
“Marcus, sai qual è l’unico modo per misurare quanto ami una persona?”
“No.”
“Perderla.”
VOTO: 4.5/5