romanzo

Recensione: La meccanica del cuore di Mathias Malzieu

Bentornati, o benvenuti, sul mio blog!
Era da tantissimo tempo che non portavo una recensione di un libro e come sapete se avete letto i miei ultimi post su instagram, sono stata colpita dal tanto famoso e temuto blocco del lettore. Ora, sembra che la bufera sia passata e piano piano ritornerò in carreggiata e come prima cosa finirò i libri che mi sono stati gentilmente inoltrati un mese fa (Asya puoi farcela!). Detto questo, direi di cominciare.

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Titolo: La meccanica del cuore

Autore: Mathias Malzieu

Genere: Romanzo

Casa editrice: Feltrinelli (Universale Economica)

Pagine: 147

Prezzo: 8.50€/ Ebook Kobo 6,99€

Prova 3

Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. E’ il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultargli fatali. L’amore, innanzitutto. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. Jack, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei.  Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell’incantevole creatura, in compagnia dell’estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L’amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto.

recensione

Era da un sacco di tempo che cercavo disperatamente questo libro. Lessi una recensione a riguardo quasi un anno fa e mi colpì immediatamente, sia la trama che la copertina del libro. Grazie alla mia vacanza fatta a Milano, sono riuscita a trovarlo e a portarmi a casa la coperta di Peter Pan grazie all’offerta della Feltrinelli (l’altro che ho preso è Kitchen della Yoshimoto). Come per tutte le cose belle c’è un ma, ebbene si, a causa del mio blocco ci ho impiegato settimane a finirlo. Ogni pagina era una fatica enorme, tant’è che avevo intenzione di lasciarlo lì e tenermelo per ultimo – mancavano solo 40 pagine, vi rendete conto?- per fortuna due sere fa sono decisa e con tutta la forza possibile l’ho terminato.
Devo dire che per essere un libro che punta sulla formazione e sull’importanza dell’amore, è abbastanza strano. Un ragazzo che nasce con il cuore ghiacciato che per vivere ha bisogno di un orologio a cucù? Oltre ad essere un’idea abbastanza rischiosa allo stesso tempo è semplicemente geniale. Se cercate una storia d’amore classica, di quelle che si sono sentite o lette fino alla nausea allora questo romanzo non fa per voi. Se invece cercate qualcosa di nuovo ed originale in ogni sua pagina e parola, credo che la meccanica del cuore faccia proprio al caso vostro. Ha dei personaggi delineati e caratterizzati davvero bene, ognuno nella storia ha un ruolo ben specifico e nessuno è da considerarsi superfluo o insignificante perché ognuno, a modo loro, sarà complice della crescita del protagonista. In 147 pagine si assiste ad una graduale e lenta presa di coscienza da parte di Jack sia se stesso e su cosa vuole veramente dalla vita, è molto dolce e allo stesso tempo straziante. Il personaggio che più ho gradito tra tutti è senza ombra di dubbio Georges Méliès, il quale ha dato una svolta decisamente positiva e radicale a Jack. Però ci sono comunque delle cose che non mi hanno entusiasmato più di tanto. Per prima cosa i capitoli iniziali sono abbastanza lenti e alle volte un po’ noiosi, la storia inizia a prendere il via dal momento in cui il protagonista parte per cercare la ragazza, ecco, da lì inizia ad essere davvero interessante. Non ho trovato molto simpatica Miss Acacia, anzi in certi capitoli provavo un certo astio sia verso di lei che per come si comportava con Jack e soprattutto quando non credeva – o non voleva credere- alla storia dell’orologio. Ultima cosa, il finale. Non so come spiegarlo però una volta arrivata all’ultima pagina non mi ha dato l’idea di un qualcosa di concluso ma bensì di incompleto come se mancasse una parte, tant’è vero che ho girato pagina per vedere se continuava.
In conclusione la meccanica del cuore non è un libro per tutti, ad alcuni piacerà mentre altri lo lasceranno sulla scrivania ad impolverarsi. Resta il fatto che secondo me è uno di quei romanzi che una volta nella vita bisognerebbe leggere o tenere nella libreria personale di casa.

VOTO: 3.5/5

Stay tuned!

12 pensieri riguardo “Recensione: La meccanica del cuore di Mathias Malzieu

  1. Sono d’accordo con te nel definire questo libro “ non per tutti”. Le narrazioni così “ strane” e astratte o le si ama o le si odia. Io le amo, mi è piovuta questa lettura e so che vi è anche una animazione di tim burton che non ho visto, ma ritornando al romanzo ho trovato dei punti poco educativi, che non mi sono piaciuti affatto purtroppo 😦

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    1. Esattamente, essendo narrazioni astratte e abbastanza inusuali o ti piacciono alla follia oppure le odi con tutto te stesso hahah. Personalmente non mi fanno impazzire più di tanto ma qualche volta bisogna uscire dallo schema prefissato e leggere qualcosa di nuovo, tanto per farti un’idea generale 🙂 . Il film d’animazione ancora non l’ho visto, punto di recuperarlo a breve! Sarei curiosa di sapere quali sono stati i punti che non ti sono piaciuti.

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      1. Sono d’accordo sull’esplorare sempre qualcosa di nuovo e di uscire dalla propria confort zone 😉 Ricordo il passaggio dove il protagonista picchia il bullo che lo tormenta, ricordo che non mi piacque affatto il modo in cui passò il messaggio dell’atto in se, come se fosse giusto reagire a quel modo. :/

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      2. Ah si, in effetti quando Jack cerca di giustificarsi mi è parso anche a me un po’ “ridicolo” (passami il termine haha). Anche se nel suo insieme è una bella lettura, ho trovato determinate cose che non mi sono tanto andate giù.

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      3. Più o meno quelle che ho scritto nella recensione. Non mi è piaciuta per niente Miss Acacia, soprattutto come l’autore ha fatto evolvere la sua storia con Jack. Poi il finale che mi è parso incompleto, io credo che sia il lettore a dover dare una propria conclusione però dopo avermi propinato pagine e pagine di turbe mentali del protagonista mi aspettavo una fine diversa hahah

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      4. ahahah hai detto una cosa fondamentale, in questi libri il finale non p ami definito, per lo meno tutti quelli che ho letto io lasciano libro arbitrio al lettore, che alla fine non è nemmeno male come scelta. Alcuni libri lasciano al lettore la possibilità di scegliere il finale in modo da conoscersi, non è forse in base ad una decisione che capiamo qualcosa di noi?

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      5. Sinceramente io non amo molto i finali aperti, preferisco sapere cosa ne pensa l’autore o come avrebbe voluto far finire la storia. Io posso dare tutte le conclusioni che voglio però non saprò mai se sono giuste o sbagliate (anche se in questi casi non è molto giusto usare questi termini). Un esempio per me è Death Note, sulla morte di Light posso ipotizzare il più possibile, però effettivamente non so cosa gli sia successo veramente (scusa per il papiro haha)

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      6. Non so. Non credo ci sia mai un finale giusto oppure no. Per quanto mi possa piacere una conclusione non vuol dire che non possa essere giusto anche qualcosa di opposto. Poi li è soggettiva, se può decidere lo scrittore perché non posso decidere io lettore? 🤔

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      7. Sono d’accordo e apprezzo questo metodo di scrittura. Ci sono alcuni finali di certi film o libri etc… che avrei preferito poter cambiare, come l’ultimo di shadowhunters, però in generale mi piace di più avere la conferma da parte dello scrittore. Nel senso, se lui scrive che tizio fa questo ho la conferma che lo farà; mentre se devo dare io una conclusione starò con il dubbio. Non so se si capisce perché ho l’abitudine di spiegarmi male hahah. In sostanza apprezzo abbastanza i finali aperti ma se sono conclusi molto meglio 😉

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